Il finesettimana non ha portato solo dubbie discussioni filosofiche, ma anche delle buone letture.
The man who drove with his eyes closed, di Stephen Russell è una specie di autobiografia dell’uomo che – col titolo/marchio di Barefoot Doctor, da unaventina d’anni imperversa in Gran Bretagna ed in Europa come maestro taoista e, tutt’altro che marginalmente, macchina per generare introiti.
Corsi.
Lezioni.
Libri.
Video.
Programmi radiofonici e televisivi.
Una rubrica settimanale su un quotidiano.
Una linea di prodotti per la cura del corpo.
Niente affatto male, considerando il basilare precetto taoista di non maneggiare denaro…
Eppure Russell è convincente.
Per quanto tradotto in merce, il suo approccio al taoismo è valido, e presenta non pochi spunti interessanti.
I suoi libri sono una lettura piacevole, a metà fra il cialtronesco e lo scafato, ed è un po’ come sentire certe chiacchiere di certi vecchi amici che hanno girato il mondo un po’ più di noi.
Poi, chiaro, Handbook for the Urban Warrior vale probabilmente dieci o quindici volte Liberation (nonostante l’opinione espressa a riguardo dall’autore), e Dear Barefoot (una racolta di articoli pubblicati dalla rubrica suddetta) è un lieto intrattenimento e poco più.
Con TMWDWHEC, Barefoot/Russell presenta ai suoi lettori una carrellata di personaggi incontrati nel corso di una lunga serie di peregrinazioni (attraverso l’Inghilterra, l’Europa ed il mondo, dagli anni ’60 agli anni ’80) in cerca di una istruzione spirituale non disponibile altrimenti.
E se certi riferimenti al fatto che simili insegnamenti all’epoca non si trovavano in vendita già cotti e mangiati in qualsiasi libreria come accade oggi, suona un po’ stonato – specie considerando che oggi fra i testi cotti e mangiati ci sono anche i suoi, e vendono pure bene – il libro è valido se non altro in una sua impostazione di massima che, a ben pensarci, non posso che condividere.
Se c’è un’idea basilare in TMDWHEC, infatti, è che tutti coloro che incontriamo, in un modo o nell’altro, sono individui straordinari.
Dal più controverso psichiatra del dopoguerra all’ultimo bullo da giardinetto scolastico, tutti sono individui unici, e ciascuno ha qualcosa da insegnarci.
Si tratta solo di avere l’atteggiamento giusto, e voler imparare.
Sono gli altri, che ci piaccia o meno, che ci rendono migliori.
In ultima analisi, Russell si vende molto bene – pure troppo.
Ci piacerebbe un po’ meno sicuro di sé, un po’ meno superuomo – ma anche qui, c’è un doppiofondo, che cela il maestro taoista nella sua veste di buffone, di millantatore, di personaggio sopra le righe.
Un buon modo per spendere il finesettimana.
La discussione in corso…